Feltro o lana cotta?

Da un piccolo sondaggio fatto qualche tempo fa, ho capito che si può confondere il feltro con la lana cotta. Con molto piacere ti racconto qualche informazione su questa differenza.
Mentre il feltro è realizzato con la lana cardata, infeltrita con acqua e sapone, la lana cotta è un tipo di stoffa ricavata dalla lana filata. Dal punto di vista tecnico non è da confondere con il tessuto, che quello realizzato a telaio e quindi formato dall’intreccio dei fili di ordito e trama. Ma torniamo alla lana cotta.

In primo luogo il filo di lana viene intrecciato a maglia, o all’uncinetto, e poi infeltrito con il procedimento denominato follatura, che fa restringere il pezzo di circa un terzo della misura iniziale rendendolo compatto e uniforme.
La follatura è il processo che avviene all’interno di una macchina, il follone, nella quale il tessuto viene bagnato con una soluzione alcalino-saponosa e poi compresso meccanicamente in modo da conferire omogeneità, resistenza e una percentuale di impermeabilità. Il termine follatura lo usiamo anche quando infiltriamo la lana cardata per ottenere il feltro, ma facciamo quasi tutto a mano.

La stoffa ottenuta si può tagliare senza alcun problema di sfilacciatura e si può utilizzare per confezionare capi di abbigliamento e accessori. La lana cotta è una lavorazione tipica dell’area alpina: in Alto Adige viene utilizzata per produrre i tipici capi d’abbigliamento tradizionale tirolese.
Sono sicura che molt* di noi hanno avuto tra le mani un pezzo di lana cotta senza esserne certi: prova a pensare a quel bel maglioncino messo per errore in lavatrice e alle lacrime che hai versato perché è un processo irreversibile...

Nell’immagine di copertina alcune matasse di lana merino tinte con campeggio, cocciniglia, robbia e reseda.
Oltre alla mia esperienza personale, per scrivere questo post ho letto l’articolo scritto il 5 luglio da Artimondo Italia nel suo Glossario dell’Artigianato. Grazie per la lettura!